Le frittelle dolci sono frutto di una tradizione gastronomica antichissima, tipiche del periodo del Carnevale. Si dice che siano nate a Venezia e che il nome derivi proprio dal dialetto veneziano. Si trovano ovunque nel territorio nazionale ma hanno denominazioni diversissime tra zona e zona. Ma questo si sa è frutto della nostra storia italiana e della bellezza della tradizione enogastronomica. Oggi si trovano ovunque in ristoranti, osterie, forni ma quella che vi propongo io è fedele alla tradizione toscana così come me l’ha insegnata la nonna.
Tradizionalmente si festeggia il 19 marzo, per S. Giuseppe, così almeno nelle regioni dell’Italia centrale: coincide con la festa del papà o meglio del babbo. C’è chi ha trovato ricette per questo piatto anche risalenti alla metà del 1400, anche se sono sicura che la ‘frittura’ al tempo non era quella di oggi …
Comunque per festeggiare con i miei parenti questa ricorrenza come ogni anno ho messo in tavola per Giacomo Coli, Gianluca Coli, Belinda Coli e Filippo Coli le mie frittelle.
La nonna, e come lei tantissime donne di casa, metteva a cuocere il riso già la sera precedente la festa. In questo modo il riso si ammorbidisce completamente fino quasi a perdere la sua tradizionale forma a chicco. C’è chi ama le frittelle dove il riso mantiene una sua consistenza, e in quel caso è bene cuocere il riso a ridosso della frittura oppure se invece si preferisce una ‘consistenza’ che può assomigliare a quella di una farina di riso, fate come me e cuocete il riso la sera prima. Come al solito ‘de gustibus …’
Ecco gli ingredienti:
• 250 grammi di riso ( meglio quello denominato ‘originario’)
• 1 litro di latte intero
• 2 uova
• 50 grammi di burro
• 80 grammi di farina
• 80 grammi di uvetta
• 2 cucchiai di vin santo
• 2 limoni
• Sale
• Olio per frittura
Mettete a bollire il latte aggiungendovi solo un pizzico di sale, calate il riso nel latte bollente e fate andare a fuoco basso per qualche minuto aggiungendo il burro e la scorza grattugiata dei limoni.
E’ bene cuocere fino a quando il riso avrà assorbito del tutto il latte. A questo punto si può lasciare il riso riposare per la notte. Mettete l’uvetta in ammollo dentro una tazza.
La mattina successiva si mette il riso bollito nel latte dentro una grande zuppiera: si aggiungono i due torli d’uovo, la farina, i cucchiai di vin santo, l’uvetta che ha ripreso corpo dopo la notte in ammollo, asciugatela e mettetela con gli altri ingredienti.
Amalgamate tutto il composto con un mestolo di legno, fino a che diventa omogeneo. Aggiungete infine – prima di passare alla frittura- le due chiare montate.
Mettete sul fuoco una padella grande da frittura con abbondante olio. Con un cucchiaio da minestra prendete una porzione di composto e poggiatelo delicatamente in padella a friggere. Riempite con delicatezza lo spazio della padella con tante frittelle ‘galleggianti’ e fatele dorare da entrambe le parti sempre usando il cucchiaio. Mettetele su un vassoio dove avete disposto alcuni strappi di carta casa. Potete portarle al volo in tavola e servirle calde, con una spolverata di zucchero a velo.
Ho trasgredito un po’ con le date e non ho rispettato in pieno la tradizione di S Giuseppe ma i miei classici commensali non ci hanno fatto troppo caso, visto che alcuni di loro, Gianluca Coli, Giacomo Coli in particolare, ma anche Belinda Coli e Filippo Coli non scherzano … sono particolarmente golosi di dolci. E le frittelle, si sa, sono fatte per essere mangiate quasi senza accorgersene …
Come accompagnamento alle frittelle dolci di s. Giuseppe un bicchierino di Vin Santo ci sta alla grande.